Pazzi per le Lost Place? Andiamo a Vercelli!

varaless ci accompagna in una visita affascinante, quella dell’Ospedale psichiatrico di Vercelli – lostplace GCA3NYG del Teamdventur19

“I luoghi abbandonati hanno sempre un certo fascino. Si vede come la natura si prende gli spazi occupati dall’uomo, ne cambia l’aspetto rendendoli selvaggi, esalta la brutalità. Se il luogo era già originariamente un luogo di sofferenza l’effetto è devastante.

È difficile raccontare a parole le sensazioni profonde che si provano visitando l’Ospedale Psichiatrico di Vercelli. Alcune cose che accadevano si possono intuire, altre si possono immaginare. Molto resta nascosto nei muri scrostati e sotto la polvere.

Di ciò che si vede quello che stupisce maggiormente è la quantità di libri e documenti che ancora sono “conservati” in questi edifici. Si capisce che l’ultima funzione di molte stanze prima dell’abbandono è stata di archivio. Ma altri dettagli (lavandini e muri piastrellati) portano a pensare che in origine fossero camere per pazienti.

Come molti lost place l’abbandono crea degli scorci notevoli. Recentemente l’ospedale abbandonato è stato, per questo, oggetto di un articolo sul Daily Mail (https://www.dailymail.co.uk/news/article-11460943/Inside-abandoned-Italian-psychiatric-clinic-70-World-War-II-POWs-executed.html). Non è un caso se al termine dell’esplorazione, uscendo, incrociamo un gruppo di fotografi che sta entrando. E sebbene ci abbia portati qui il geocaching, anche noi abbiamo fatto decine di fotografie.

Il listing del multi-cache riporta molte informazioni sulla storia di questo luogo. In breve, si tratta di un complesso di edifici situato alla periferia di Vercelli. Fu costruito nel 1875 e funzionò come ospedale psichiatrico fino al 1978, quando fu chiuso a causa della riforma sanitaria (legge Basaglia). È costituito da una ventina di immobili, alcuni ancora in uso, separati da aree verdi. I giardini in gran parte sono oramai allo stato selvaggio, ma si vedono tracce di qualche manutenzione, anche recente.

Purtroppo molti elementi decorativi originali, così come porte e finestre, sono stati rimossi o danneggiati e la vegetazione sta piano piano invadendo alcuni spazi esposti all’ambiente esterno, aumentando però in alcuni casi la drammaticità del luogo.

Ci sono anche pochi graffiti (alcuni sparsi nei diversi edifici sono di notevole qualità), perciò la maggior parte degli ambienti ha mantenuto, per quanto possibile, i colori originali, quasi sempre basati sulle tinte tenui del bianco sporco, verde acqua, rosa chiaro e blu pallido, tipici di questi luoghi e dell’epoca.

Ma facciamo un passo indietro e torniamo al geocaching. Oggi è il giorno del Trippevent (GCA1NW0) e guardando la mappa per vedere quali cache posso cercare prima di raggiungere l’event, mi accorgo che con una deviazione di qualche chilometro potrei passare da Vercelli, e quindi dall’ex-ospedale psichiatrico con questo cache appena pubblicato. Dato che è bene non andare in luoghi abbandonati da soli, provo a lanciare l’idea sulla chat piemontese. Si forma così un gruppetto di geocacher interessati: Faberwest, pernice89, Rhialle, oltre a me.

Ci diamo appuntamento per le 8:30 e puntualmente poco dopo le 8:40 siamo dentro. Cominciamo l’esplorazione cercando gli indizi della multi-cache fotografica nei quattro padiglioni indicati, lasciandoci guidare dall’istinto e dalla curiosità. Questa modalità di ricerca degli step è indubbiamente la migliore in questi luoghi ed è anche molto divertente.

Quando abbiamo raccolto tutte e cinque le parole, il check ci fornisce la posizione finale del contenitore con una eloquente foto spoiler. Quell’ambiente aveva attirato già la nostra attenzione durante l’esplorazione e, per esperienza, avevamo provato a cercare, invano, il contenitore. Ora con molte più informazioni, il ritrovamento è veloce. Final degno di questo stupendo multi-cache con valori DT adeguati!

Ci sarebbe altro da vedere, ma purtroppo con l’event imminente decidiamo di concludere l’esplorazione dopo quasi due ore molto soddisfatti.

Il luogo è decisamente affascinante e pieno di storia. L’idea di entrare in un edificio abbandonato può evocare sensazioni di ansia e inquietudine, soprattutto se si pensa a tutte le memorie terribili che vi sono custodite. Tuttavia, in questo caso il fascino nell’esplorare di luoghi abbandonati praticamente spogli e tutto sommato ampi e ben illuminati non ha provocato cattive sensazioni provate in altre esplorazioni in luoghi bui, angusti e pericolosi.

Nel complesso l’esplorazione non presenta grandi difficoltà o rischi elevati, ma è importante ricordare di essere sempre consapevoli del proprio benessere mentale e fisico, e di non mettersi inutilmente in pericolo durante la visita.

Buona fortuna ai prossimi che si vorranno cimentare e prudenza!